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Dieci secoli di stravaganze

Giacomo Tamburino

14x21,4 ISBN 978-88-7751-398-4, pagg. 210, ill. - Cod: 201502

€ 18,00 / (L.34.853)


Il racconto viene suggerito dalla lettura di un necrologio. Il defunto appartiene a una famiglia che affonda le radici a Mazara del Vallo all’epoca della conquista della Sicilia da parte dei normanni. Vengono narrate le singolari vicende di cui sono stati protagonisti alcuni antenati dell’estinto. Stefano, cavaliere al seguito di Ruggero d’Altavilla ha affidata dal condottiero l’amministrazione dell’importante centro marinaro di Mazara. Zosimo, detto l’alchimista per essere dedito alle magie di quest’arte, vedovo, già avanti negli anni, si invaghisce di una giovane servente e pensa di ricorrere alle proprie pozioni per possederla. Antonio, padre benedettino, censore delle trasgressioni di alcuni confratelli, viene da questi denunziato alla Sacra Inquisizione. Gesuina, la prima notte di matrimonio, viene rifiutata dallo sposo perché non convinto della sua verginità. Un altro Stefano, non avendo figli per impotentia generandi, assolda un cugino, sempre bisognoso di soldi, per mettere incinta la propria moglie. Zisì, oggetto del necrologio, dopo quarant’anni vissuti da scapolo, sposa una ancor giovane vedova, madre di una bambina, causando perplessità nei genitori e rimostranze di un amico. Leggendo il necrologio, qualcuno resta perplesso.

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